Coronavirus (COVID-19)
Informazioni per il paziente sul coronavirus
Un’epidemia di coronavirus ha avuto inizio nel dicembre del 2019 nella regione cinese di Wuhan. Questo tipo di virus è causa della patologia COVID-19.
Il nome "coronavirus" deriva dalle protuberanze a forma di corona presenti sulla superficie del virus stesso.
Negli umani le infezioni da coronavirus avvengono solitamente durante i mesi invernali e all’inizio della primavera.
Dallo scorso dicembre, il virus si è diffuso in altre nazioni, sia all’interno dell’Asia che all’estero, ed è stato dichiarato una pandemia dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
Le informazioni seguenti sono state adattate da organizzazioni sanitarie, governative, scientifiche e agenzie di stampa.
È un virus stagionale?
Di solito le persone che manifestano un raffreddore dovuto al coronavirus, possono riprendere lo stesso virus dopo circa quattro mesi. Ciò avviene perché gli anticorpi del coronavirus non durano a lungo. Inoltre, anticorpi validi per una tipologia di coronavirus possono dimostrarsi inefficaci contro un’altra.
Sintomi da coronavirus
Segni e sintomi di COVID-19 possono palesarsi da due a 14 giorni dopo l’esposizione e possono includere:
- Febbre
- Tosse
- Affanno o difficoltà respiratoria
Altri sintomi includono:
- Affaticamento
- Dolori
- Naso che cola (rinorrea)
- Mal di gola
- Perdita improvvisa del senso del gusto (ageusia) o dell’olfatto
La scala di severità dei sintomi di COVID-19 va da molto lieve a grave. Alcune persone non presentano alcun sintomo. Le persone più anziane o affette da condizioni preesistenti, quali patologie coronariche, polmonari oppure diabetiche, possono essere a rischio di gravi complicazioni.
Rischio di contagio
Questa malattia si trasmette da persona a persona; al momento si presume che un individuo ammalato possa infettare in media due altre persone. La contagiosità del virus è direttamente proporzionale alla gravità con cui una persona è affetta dal patogeno.
Come prevenire la contaminazione
Come puoi prevenire al meglio la diffusione di virus?
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Lavarsi le mani frequentemente
Lavarsi regolarmente e accuratamente le mani con un detergente/gel per le mani a base alcolica oppure lavarsi le mani con acqua e sapone.
Perché? Lavarsi le mani con acqua e sapone o usare un detergente a base di alcol uccide i virus che possono permanere sulle mani. -
Rispettare l’isolamento sociale/social distancing
Mantenersi almeno a 1 metro, meglio ancora a 2 o 3 m, di distanza da chiunque starnuti o tossisca.
Perché? Quando qualcuno tossisce o starnuta, propaga delle piccole gocce liquide dal naso o dalla bocca che possono contenere il virus. Se vi trovate a distanza ravvicinata, c’è la possibilità che inaliate le gocce, incluso il COVID-19 se la persona che tossisce è affetta dalla malattia. -
Evitare di toccarsi gli occhi, il naso e la bocca
Perché? Le mani vengono a contatto con diverse superfici e possono contrarre il virus. Una volta contaminate, le mani possono trasferire il virus agli occhi, naso e bocca. Da qui, il virus può penetrare nel vostro corpo e farvi ammalare. -
Mettere in pratica l’igiene respiratoria
Assicuratevi di seguire, come del resto chi vi circonda, una igiene respiratoria adeguata. Ciò significa coprirsi la bocca e il naso nella piega del gomito oppure usare un fazzoletto quando si tossisce o si starnuta. Se usate un fazzoletto, gettatelo, una volta usato, negli appositi ricettacoli.
Perché? Le goccioline fanno dilagare il virus. Seguendo una igiene respiratoria adeguata, proteggerete le persone che vi circondano da virus come il raffreddore, l’influenza e il COVID-19. -
Resta a casa
State a casa se iniziate a sentirvi male, fintanto che guarite, anche se avete sintomi lievi come mal di testa e naso che cola.
Perché? Evitare il contatto con gli altri e con gli ospedali, permetterà alle strutture mediche di operare più efficacemente e di proteggere voi e gli altri da un possibile COVID-19 e da altri virus. -
Se iniziate a manifestare febbre, tosse o difficoltà respiratorie, rivolgetevi immediatamente agli operatori sanitari
Se non vi sentite bene, state a casa. Se iniziate a manifestare febbre, tosse o difficoltà respiratorie rivolgetevi immediatamente alle strutture sanitarie. Seguite le istruzioni dell’autorità sanitaria locale.
Perché? Le autorità sanitarie locali possiedono informazioni aggiornate sulla situazione della vostra zona. Se contattate immediatamente il vostro medico di famiglia, avrete l’opportunità di essere subito indirizzati alla struttura sanitaria adeguata. In tal modo, inoltre, aiuterete a prevenire il diffondersi del virus e di altre infezioni.
È meglio vivere in condizioni climatiche calde o fredde?
Basandosi su fatti accertati, il coronavirus può essere trasmesso in presenza di qualsiasi condizione, incluse le condizioni climatiche calde e fredde. Non c’è nessuna ragione di credere che le condizioni climatiche possano uccidere il nuovo coronavirus o altre malattie. La normale temperatura del corpo umano rimane tra i 36,5° e i 37 °C, indipendentemente dalle temperature esterne o dal clima. Indipendentemente dal clima, vi consigliamo di adottare misure protettive se vivete o dovete viaggiare in una zona dov’è presente il COVID- 19. Il modo migliore per proteggersi contro il COVID-19 è quello di lavarsi frequentemente le mani. Facendo ciò eliminerete possibili virus ed eviterete infezioni che potrebbero manifestarsi toccandosi gli occhi, la bocca o il naso.
Aiuta un bagno caldo a prevenire il coronavirus?
Un bagno caldo non aiuta a prevenire il COVID-19. La vostra normale temperatura corporea rimane tra i 36,5°C e i 37°C, indipendentemente dalla temperatura della doccia o del bagno. In realtà, fare un bagno caldo a temperature estremamente alte può essere dannoso e causare ustioni. Il metodo migliore per proteggersi contro il COVID-19 è lavarsi le mani. In tal modo, eliminerete possibili virus ed eviterete infezioni che potrebbero manifestarsi toccandosi gli occhi, la bocca o il naso.
I vaccini contro la polmonite proteggono anche contro il nuovo coronavirus?
No. I vaccini contro la polmonite, come il vaccino antipneumococco e il vaccino contro l’influenza Haemophilus tipo B (Hib), non forniscono alcuna protezione contro il nuovo coronavirus.
Questo virus è così nuovo e diverso che ha bisogno del proprio vaccino. I ricercatori stanno tentando di sviluppare un vaccino contro il nCov-2019 e il WHO sostiene i loro sforzi.
Nonostante questi vaccini siano inefficaci contro il nCov-2019, si consiglia vivamente la vaccinazione contro malattie respiratorie per mantenere buone condizioni di salute.
Devo evitare l’ibuprofene se sono affetto da sintomi da coronavirus?
Alcuni dottori francesi hanno consigliato di non assumere ibuprofene (o altri NSAIDs-un gruppo di antinfiammatori quali l’ibuprofene, il naproxen, l’aspirina...), per alleviare sintomi da COVID-19, basandosi su cartelle cliniche di pazienti affetti unicamente da COVID-19, altrimenti in buona salute, i quali assumendo un NSAID per combattere i sintomi avevano sviluppato malattie gravi, in particolare la polmonite; osservazioni comunque queste, non basate su studi scientifici.
Se iniziate a manifestare sintomi, è sempre meglio assumere il paracetamolo/acetaminofene, invece dell’ ibuprofene, dato che il paracetamolo causa meno effetti collaterali e interagisce di meno rispetto a farmaci come l’ibuprofene.
Ad ogni modo, se avete il sospetto di avere il COVID-19 e non potete assumere paracetamolo o avete già assunto la dose massima e soffrite ancora di sintomi, l’assunzione di ibuprofene non deve essere specificatamente evitata.
Ho sentito che certi farmaci per la pressione possono peggiorare i sintomi da COVID-19. Dovrei smettere di assumere le mie medicine adesso nel qual caso dovessi essere contagiato? Dovrei smettere nel caso sviluppassi sintomi di COVID-19?
Vi state riferendo agli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) e agli antagonisti dei recettori dell'angiotensina(ARBs), due tipi di farmaci usati principalmente per curare la pressione alta (ipertensione) e patologie cardiache. I medici prescrivono questi farmaci anche alle persone che presentano proteine nelle urine, un problema comune nei diabetici.
In questo momento, l’American Heart Association (AHA), l’American College of Cardiology (ACC), e L’ Heart Failure Society of America (HFSA) consigliano caldamente, a coloro che stanno assumendo questi farmaci, di continuare a farlo anche se vengono contagiati.
Quanto a lungo rimane il coronavirus nell’aria? Ci sono diverse opinioni.
Uno studio condotto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases' Laboratory of Virology in the Division of Intramural Research in Hamilton, Montana chiarifica la questione. I ricercatori hanno utilizzato un nebulizzatore per propagare il coronavirus nell’aria ed hanno scoperto che i virus infettivi possono rimanere nell’aria fino a tre ore. I risultati di questo studio sono stati pubblicati nel New England Journal of Medicine il 17 marzo del 2020.
Quanto a lungo sopravvive il coronavirus sulle superfici?
Uno studio recente ha scoperto che il coronavirus COVID-19 può sopravvivere fino a quattro ore sul rame, fino a 24 ore sul cartone e fino a 2/3 giorni sulla plastica e sull’acciaio inossidabile. I ricercatori hanno inoltre scoperto che questo virus può permanere in forma di goccioline nell’aria fino a tre ore prima di dileguarsi, anche se è più probabile che si dissipi in tempi più brevi.
C’è ancora molto che non sappiamo: per esempio come le diverse condizioni ambientali, quali l’esposizione alla luce, al caldo e al freddo, possano incidere sulla durata della sopravvivenza del virus.
Nel frattempo, vi consigliamo di seguire le raccomandazioni dei Centri per il Controllo delle Malattie Infettive su come pulire frequentemente le superfici e gli oggetti con cui veniamo a contatto ogni giorno. Tra questi, per esempio, ripiani, tavole, pomelli delle porte, infissi dei bagni, water, telefoni, tastiere, tablet e comodini.
Quanto sono efficaci la clorochina e l’ idrossiclorochina nella terapia contro il COVID-19?
Recentemente si è discusso molto sulla possibilità che due farmaci simili, come la clorochina e la idrossidiclorochina, disponibili da decenni per curare altre patologie, possano anche essere efficaci nel cura contro il COVID-19.
Questi due farmaci sono usati principalmente per curare la malaria e diverse altre patologie infettive, incluso il lupus eritematoso sistemico(lupus) e l’artrite reumatoide. Nessun farmaco è innocuo ma questi due farmaci sono piuttosto sicuri quando usati limitatamente nei pochi giorni che servono per curare il COVID-19. Sono anche farmaci poco costosi, già disponibili in farmacia e relativamente privi di effetti collaterali.
Il problema che rimane, dunque, è se questi due farmaci siano efficaci contro il coronavirus che causa il COVID-19.
In laboratorio, esistono prove evidenti che entrambi questi due farmaci eliminino il virus COVID-19. Sembra che agiscano attraverso due meccanismi: primo, fanno sì che sia più difficile per il virus attaccarsi alla cellula, impedendo così che il virus penetri nella cellula e si moltiplichi al suo interno; secondo, se il virus non riesce a penetrare nella cellula, i medicinali lo eliminano prima che possa moltiplicarsi.
Ma i medicinali funzionano nelle persone affette da COVID-19? Sono in corso molti studi al fine di poter rispondere a questa domanda ma, in data 24 marzo 2020, solo due hanno pubblicato risultati preliminari.
In un resoconto, pubblicato nel febbraio del 2020, si sostiene che, in Cina, la clorochina sia stata somministrata a più di 100 pazienti affetti da COVID-19. Gli scienziati affermano che i loro risultati dimostrano che la clorochina è di lunga superiore al gruppo di controllo nell’inibire il peggioramento della polmonite, migliorando i referti radiologici polmonari, eliminando il virus dal corpo e riducendo la durata della malattia. Nonostante queste dichiarazioni siano interessanti, il resoconto non fornisce alcuna prova tangibile in supporto alle affermazioni fatte.
Un altro studio, più incoraggiante, è stato condotto da un eccelso gruppo di scienziati nel sud della Francia, una regione fortemente colpita dal COVID-19; anche questo uno studio non randomizzato. Gli scienziati hanno infatti comparato 26 pazienti, a cui era stata somministrata l’idrossiclorochina, ad altri 16 a cui non era stato somministrato niente: dopo sei giorni, il virus era scomparso dal corpo nel 70% di coloro a cui era stato somministrato il farmaco, rispetto a solamente il 12,5% di coloro che non l’avevano assunto. Sembra, oltretutto, che il farmaco faccia effetto sia nei pazienti gravi che in quelli meno gravi; purtroppo però il gruppo di ricerca era troppo piccolo per esserne completamente sicuri. Un gruppo di ricerca ristretto, inoltre, non ci permette di affermare con certezza che quelli sottoposti alla terapia siano protetti contro malattie croniche o decesso.
In conclusione, c’è motivo di essere ottimisti sul fatto che l’idrossiclorochina possa essere efficace nel curare le persone affette da COVID-19. Ad oggi, ci sono diversi studi in via di sviluppo e speriamo di ottenere risposte più concrete entro pochi mesi.
Fonti di informazione:
Mw drs Wessels, farmacista | ultimo aggiornamento: 27 aprile 2020
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