Efficacia
Quantità effetti collaterali
Da anni la mia vita è stata profondamente esacerbata a causa del risperidone, e non uso tale affermazione alla leggera. Dopo aver gradualmente rimosso il farmaco, ho comunque passato la peggior crisi d'astinenza che vi sia - nel business si chiama "sindrome da sospensione", per sminuire il fatto che si tratta di astinenza - quest'ultima è infine sfociata in una vera e prop... leggi di piùria psicosi (sai, esattamente il disturbo che dovrebbe trattare il farmaco, e che io non ho mai avuto prima di allora...) Due settimane e mezzo senza chiudere occhio: non ho riposato per tutto quel tempo, nemmeno per un minuto. Non stavo impazzendo... Lo ero diventato prima che me ne rendessi conto. Ho fissato un muro per giorni e giorni. Nonostante avessi allucinazioni e depersonalizzazione (tra le altre cose), il tutto si intervallava a profondi stati di agitazione psicomotoria. Inutile dire che dopo un po' ho smesso completamente di mangiare, e anche di bere. Ora, a distanza di molti anni da quell'episodio, vivo per miracolo, ma anche per sfortuna, soffro ancora del trauma e la mia persona non è più la stessa. Non riesco ad uscire di casa da molto tempo ormai, ed anche lì dentro, sto male: depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia, astenia, restringimento della visione periferica dopo aver fatto a malapena due passi; probabilmente, ci sono anche altri sintomi o disturbi che sto dimenticando, ma in sostanza, l'intero percorso ha lasciato dei segni indelebili sul mio stato psicofisico. È ridicolo pensare che ciò sia accaduto per trattare una modesta depressione... C'è un motivo se si chiama antipsicotico: usarlo off-label è un omicidio. Il danno oltre la beffa? Sono destinato a morire di fame. L'INPS non riconosce la severa invalidità. Per loro deve trattarsi di qualcosa che è facilmente schematizzabile, clinicamente conciso, e non tengono assolutamente conto del fatto che la mente umana e la sua reazione agli agenti chimici non può essere schematizzata, né riportata concisamente. Per gran parte della società sono un finto malato, eppure non augurerei a nessuno di loro, neanche al mio peggior nemico, di passare quel che ho passato e che sto passando tuttora. Difatti, pian piano sto cominciando a vedere la luce alla fine del tunnel, anche se forse è solo l'ennesimo treno che viene per investirmi. Non so cosa mi riserva il futuro, a parte la fame.
Da anni la mia vita è stata profondamente esacerbata a causa del risperidone, e non uso tale affermazione alla leggera. Dopo aver gradualmente rimosso il farmaco, ho comunque passato la peggior crisi d'astinenza che vi sia - nel business si chiama "sindrome da sospensione", per sminuire il fatto che si tratta di astinenza - quest'ultima è infine sfociata in una vera e propria psicosi (sai, esattamente il disturbo che dovrebbe trattare il farmaco, e che io non ho mai avuto prima di allora...) Due settimane e mezzo senza chiudere occhio: non ho riposato per tutto quel tempo, nemmeno per un minuto. Non stavo impazzendo... Lo ero diventato prima che me ne rendessi conto. Ho fissato un muro per giorni e giorni. Nonostante avessi allucinazioni e depersonalizzazione (tra le altre cose), il tutto si intervallava a profondi stati di agitazione psicomotoria. Inutile dire che dopo un po' ho smesso completamente di mangiare, e anche di bere. Ora, a distanza di molti anni da quell'episodio, vivo per miracolo, ma anche per sfortuna, soffro ancora del trauma e la mia persona non è più la stessa. Non riesco ad uscire di casa da molto tempo ormai, ed anche lì dentro, sto male: depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia, astenia, restringimento della visione periferica dopo aver fatto a malapena due passi; probabilmente, ci sono anche altri sintomi o disturbi che sto dimenticando, ma in sostanza, l'intero percorso ha lasciato dei segni indelebili sul mio stato psicofisico. È ridicolo pensare che ciò sia accaduto per trattare una modesta depressione... C'è un motivo se si chiama antipsicotico: usarlo off-label è un omicidio. Il danno oltre la beffa? Sono destinato a morire di fame. L'INPS non riconosce la severa invalidità. Per loro deve trattarsi di qualcosa che è facilmente schematizzabile, clinicamente conciso, e non tengono assolutamente conto del fatto che la mente umana e la sua reazione agli agenti chimici non può essere schematizzata, né riportata concisamente. Per gran parte della società sono un finto malato, eppure non augurerei a nessuno di loro, neanche al mio peggior nemico, di passare quel che ho passato e che sto passando tuttora. Difatti, pian piano sto cominciando a vedere la luce alla fine del tunnel, anche se forse è solo l'ennesimo treno che viene per investirmi. Non so cosa mi riserva il futuro, a parte la fame.
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